"Tra i piaceri della vita, solo all'amore la musica è seconda. Ma l'amore stesso è musica". - Aleksandr Puskin.
Celebre violinista e uno dei più grandi compositori di musica barocca, figlio di un violinista della cappella ducale di San Marco, Antonio Vivaldi, nacque a Venezia il 4 marzo 1678. Non si sa quasi nulla della sua infanzia: fu probabilmente allievo del padre, ma anche di Legrenzi (maestro di cappella in San Marco dal 1685 al 1690). Ricevuti gli ordini minori fra il 1693 e il 1696, nel 1703 è ordinato prete, e questo particolare, unito alla sua selvaggia capigliatura rossa, gli valsero il soprannome di "Prete rosso". Un appellativo amplificato anche dal tipo di musica, estremamente vivace, contagiosa e altamente virtuosistica che Vivaldi ha sempre saputo scrivere. La musica di Vivaldi, oltre ad essere di una brillantezza senza pari e di un'invenzione melodica spesso squisita, è assai importante anche sul piano storico e dal punto di vista dell'evoluzione delle forme. Il grande veneziano ha infatti dato forma e perfezione definitive al concerto solistico (del quale l'op. 8 di Torelli illustrava già le strutture), confermando la divisione tripartita e rafforzando la contrapposizione del "tutti" e dei "soli", e soprattutto introducendo nella parte dei solisti una intensa espressività, un lirismo personale conosciuta in quel tempo soltanto nell'aria d'opera. D'altra parte le sue "sinfonie" e i suoi "concerti ripieni" gli conferiscono una posizione privilegiata alle origini della sinfonia classica. In tutte le musiche strumentali una imprevedibile fantasia, una euforica vitalità, danno al genio di Vivaldi il carattere universale che gli impedirà sempre di invecchiare. Grande peso e indubbia rivalutazione è data anche alle sue opere teatrali, in passato considerate convenzionali e finalmente viste nella loro giusta luce.
Le sue composizioni più note sono i quattro concerti per violino conosciuti come Le quattro stagioni, celebre esempio di musica a soggetto. Le quattro stagioni è il titolo con cui sono noti i primi quattro concerti per violino di Antonio Vivaldi: Il cimento dell'armonia e dell'invenzione. Ciascun concerto de "Le quattro stagioni" si divide in tre movimenti, dei quali due, il primo e il terzo, sono in tempo di Allegro o Presto, mentre quello intermedio è caratterizzato da un tempo di Adagio o Largo, secondo uno schema che Vivaldi ha adottato per la maggior parte dei suoi concerti. Ogni concerto si riferisce ad una delle quattro stagioni: la "Primavera", l'"Estate", l'"Autunno" e l'"Inverno". Si tratta di un tipico esempio di musica a programma, cioè di composizioni a carattere prettamente descrittivo.
La "Primavera" è un concerto in Mi maggiore per violino, archi e clavicembalo. I tre movimenti di cui consta la Primavera descrivono tre momenti della stagione: il canto degli uccelli (allegro), il riposo del pastore con il suo cane (largo) e la danza finale (allegro). Il violino solista rappresenta un pastore addormentato, le viole il latrato del suo fido cane mentre i restanti violini le foglie fruscianti.
L'"Estate" è un concerto in Sol minore per violino, archi e clavicembalo. Il concerto per i suoi toni accesi e violenti riflette con maggiore efficacia rispetto agli altri la carica esplosiva della stagione. La tempesta viene descritta passo passo nella sua manifestazione al pastore: dapprima si avvicina da lontano nella calura estiva (allegro non molto allegro), quindi il pastore che si spaventa per l'improvviso temporale (adagio presto) e infine la virulenza sprigionata dalla tempesta in azione (presto).
L'"Autunno" è un concerto in Fa maggiore per violino, archi e clavicembalo. Vivaldi descrive la figura del dio romano Bacco: un'iniziale panoramica della vendemmia è seguita dell'ebbrezza provocata dal vino, movimento dal titolo "I dormienti ubriachi", in un clima trasognato e sereno. L'ultimo movimento coincide con i martellanti ritmi della caccia.
L'"Inverno" è un concerto in Fa minore per archi. Il concerto era stato concepito da Vivaldi perché fosse eseguito in chiesa, tant'è che i toni pastorali costringevano l'orchestra a suonare quasi in sordina, quasi a non voler disturbare i fedeli in preghiera. L'Inverno viene descritto in tre momenti: l'azione spietata del vento gelido (allegro), il secondo movimento, tra i più celebri de Le quattro stagioni, della pioggia che cade lenta sul terreno ghiacciato (adagio) e la serena accettazione del rigido clima invernale (allegro).
"La musica è una rivelazione più profonda di ogni saggezza. Chi penetra il senso della Musica potrà liberarsi da tutte le miserie in cui si trascinano gli altri uomini" - Ludwig Van Beethoven.
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